Carletto Romeo
“14 e 15 Maggio 1948: Due Date da Ricordare”
Lo Spunto Letterario
di Gaetano Riggio
“14 e 15 Maggio 1948: Due Date da Ricordare”
Come nascono i nuovi Stati? La domanda sarebbe pretenziosa, se non tenessimo conto della complessità del concetto. Il concetto di Stato può indicare genericamente un tipo complesso di organizzazione sociale, che si sviluppa attraverso diverse fasi alle origini della storia umana, ma nel linguaggio storiografico è spesso usato per riferirsi a quella specifica organizzazione politica che si sviluppa in Europa a partire da Medioevo, e che nei libri di storia è definita Stato moderno.
Classici Stati moderni sono Francia e Inghilterra, che a partire dal Medioevo si configurano secondo una fisionomia precisa, che assume la forma dello Stato nazionale. Ma in questi due casi, lo Stato nazionale è il risultato di un processo secolare.
Nel corso dell’Ottocento, quando giunge a maturazione il sentimento della nazionalità in tutta Europa, gli Stati nazionali nascono in seguito a un “Risorgimento”, come nel caso dell’Italia: le comunità territoriali che acquistano coscienza di formare una nazione, intraprendono lotte politiche e militari ( anche del tipo che noi oggi definiremmo terroristiche) per ottenere il riconoscimento del diritto a una propria Statualità.
Nascono in questo modo Stati come l’Italia, la Germania, ancora prima il Belgio, la Grecia, e poi l’Irlanda, la Polonia, secondo vicissitudini e peripezie varie.
La Polonia, per dire, è un caso paradigmatico: scomparsa come Stato alla fine del Settecento, quando se la spartiscono Russia, Impero asburgico, e Prussia, rinasce come Stato nazionale dopo la Prima Guerra Mondiale, in base al principio che un popolo ha diritto a uno Stato.
Certo, fu un bel casino, dopo un secolo e mezzo, che preparò altre disgrazie. Infatti, per dare spazio alla Polonia da fare risorgere, Francia e Inghilterra smembrarono la Germania, che era nata nel 1871, la quale non la prese molto bene, come sappiamo.
La Legittimità di Israele
Ma in tutti questi casi, lo Stato è espressione di un popolo radicato secolarmente in un certo territorio, il che gli conferisce legittimità. C’è un popolo in un certo territorio, che prende coscienza di essere tale, per comunanza di lingua, religione, costumi, radici storiche, e che decide di separarsi dallo Stato sovranazionale o plurinazionale di cui per secoli aveva fatto parte. Punto.
Ma Stati come Israele, su che cosa fondano la propria legittimità? Per essere uno Stato – nazione legittimo, Israele manca di una precondizione essenziale: il radicamento storico in un territorio, che quando esiste legittima una comunità a occuparlo, soprattutto agli occhi delle comunità limitrofe.
Quando invece nasce il movimento sionista, gli ebrei erano dispersi in mille comunità disseminate per l’Europa e il Medio Oriente. Come facevano a diventare uno Stato nazionale, se non avevano una terra? Qual è il fondamento di giustizia di questo Stato? Che cosa raccontano ai propri figli nei libri di Storia delle scuole elementari, medie e superiori? Qui inizia il delirio.
Israele non è uno Stato nazionale, ma neocoloniale: non avendo un proprio territorio in cui fossero radicati, con l’appoggio degli inglesi (vedi Dichiarazione Balfour) i sionisti hanno cominciato a ripulire la Palestina del suoi abitanti storici per potervisi insediare e prendersi tutto quello che era appartenuto ai legittimi titolari di quella terra. Pulizia etnica, ora degenerata in genocidio.
Il 14 maggio 1948, nasce uno Stato coloniale, fondato sulla pulizia etnica. Non è una data di cui andare fieri.
Erede del Patrimonio Morale della Shoah?
Tra l’altro, è uno Stato che ha gettato fango e infamia sulle vittime dello sterminio nazista: usando infatti il genocidio come mezzo di lotta politica Israele ha perso pure l’unico barlume di legittimità morale che poteva vantare, quello di essere erede delle vittime del genocidio degli ebrei da parte di Hitler. Ricorrendo allo strumento del genocidio come strumento di lotta, Israele ha perso il diritto di essere memoria e custode della Shoah, cioè delle vittime del genocidio tedesco: si è degradata al livello dei carnefici del popolo ebraico.
Allora se il 14 maggio 1948, nasce uno Stato neocoloniale; il 15 maggio 1948, il giorno dopo, segna l’inizio della Catastrofe (Nakba) dei palestinesi, espulsi e derubati di tutto, oppure, se rimasti, stranieri a casa propria! (Discriminazioni, persecuzioni, fino all’esecuzione del genocidio, per ripulire la Palestina finanche della più piccola traccia della presenza araba.)
Ma come affermato da autorevoli esponenti della cultura ebraica, il 15 maggio è anche la Nakba dell’Ebraismo, sul quale i sionisti hanno versato il cumulo delle loro infamie, macchiandolo e disonorandolo per le future generazioni.
Gaetano Riggio
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