Carletto Romeo
Banche… Che succede?
Credit Suisse in rosso dopo il crollo delle azioni.
Una giornata drammatica per la banca svizzera Credit Suisse che, dopo il crollo delle proprie azioni, ha comunicato la decisione di prendere in prestito fino a 54 miliardi di dollari dalla Banca centrale svizzera, per sostenere la propria liquidità.
Le prossime 48 ore saranno fondamentali. È sufficiente questa notizia per calmare i mercati globali?
Intanto, a parole, vi è l’impegno radicale della Banca svizzera a finanziare il Credit Suisse, quindi la possibilità di risorgere da un crollo e ridare completamente fiducia.
Ma cosa sta succedendo ai mercati finanziari e in particolar modo alle banche?
Prima la “Silicon Valley Bank”, miseramente fallita negli Stati Uniti.
Ora un colosso come il “Credit Suisse” in rara condizione di difficoltà.
In contrasto con tale situazione turbolenta arriva, mogia mogia, la Banca centrale europea che, giusto oggi, alza i tassi di interesse di 50 punti base.
L’istituto di credito svizzero è la prima grande banca globale a cui è stata lanciata un’ancora di salvezza dalla crisi finanziaria del 2008 e i suoi problemi hanno sollevato seri dubbi sulla capacità delle banche centrali di sostenere aumenti aggressivi dei tassi di interesse.
Prima reazione dei mercati, le azioni Credit Suisse sono aumentate del 19% alle 15:58 GMT, recuperando parte del calo del 25% di mercoledì.
In Europa, l’indice bancario (.SX7P) è salito dello 0,9% alle 15:30 GMT, dopo giorni di forti perdite dovute ai timori degli investitori per potenziali stress bancari in tutto il mondo.
Il disagio si è diffuso oltre il settore finanziario, con i tesorieri aziendali tedeschi sollecitati dalla loro associazione di categoria a non “sottovalutare la situazione attuale”.
Dall’8 marzo, prima del crollo della Silicon Valley Bank, le banche europee hanno perso circa 165 miliardi di dollari di valore di mercato.
I responsabili politici hanno sottolineato che la situazione attuale è diversa dalla crisi finanziaria globale poiché le banche sono meglio capitalizzate e i fondi più facilmente disponibili.
Negli Stati Uniti i riflettori si sono spostati sulla First Republic Bank, con diverse banche, tra cui JPMorgan Chase & Co e Morgan Stanley, in trattativa con il finanziatore per un potenziale affare.
L’accordo potrebbe comportare un’iniezione di capitale per sostenere il creditore in difficoltà dopo che il crollo di Silicon Valley Bank, la scorsa settimana, ha innescato timori di un forte contagio. Anche in questo caso, a parole, dietro il salvataggio ci sarebbe l’intero governo degli Stati Uniti.
In generale, tutte le più grandi società finanziarie, sia europee che americane, stanno tranquillizzando il mondo, sulle capacità di poter affrontare qualsiasi crisi di liquidità, “a differenza di quanto accaduto durante” la crisi finanziaria globale del 2007 e del 2008.
Anche io “ci credo”… A parole!
😀
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