Roma: La Corte di Cassazione ha confermato il regime del carcere duro al leader del Fai, Alfredo Cospito.

Nella sentenza depositata ieri, i Giudici della Corte di Cassazione hanno confermato il regime di carcere duro, 41bis, per Alfredo Cospito.

Nelle motivazioni del verdetto si evidenziano la “perdurante pericolosità” e la mancanza di “dissociazione”, evidenziate già dal Tribunale di Sorveglianza di Roma.

Cospito, in sciopero della fame da mesi, è stato ritenuto dalla Corte ancora “punto di riferimento e fonte di indicazione delle linee programmatiche criminose e degli obiettivi da colpire” per i membri della Federazione anarchica informale.

La Corte ha citato i suoi scritti, in cui ha elogiato la nascita della Fai/Fri e ha lodato l’anarchismo che mette in pericolo la vita dei rappresentanti del potere, compresi i membri delle forze dell’ordine.

La sentenza ha fatto riferimento agli attentati terroristici contro la Stazione dei carabinieri di Roma-San Giovanni e l’amministratore delegato dell’Ansaldo Nucleare, sottolineato la mancanza di pentimento.

I giudici del Palazzaccio hanno sottolineato che il pericolo di collegamenti di Cospito con l’associazione di provenienza è stato individuato sulla base di elementi fattuali univoci, confermando così la sua pericolosità per la società.

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