Dispositivo retorico decreti Tar Lazio

Considerazioni del Prof. Riggio sul ricorso contro il green pass del sindacato ANIEF, respinto dal Tar del Lazio.

Dispositivo retorico decreti Tar Lazio

Respinto ricorso del sindacato ANIEF contro il green pass (Decreti monocratici 4531/2021 e 4532/2021). Qualche breve considerazione.


Dei suddetti decreti cito giusto alcuni stralci, resi pubblici da alcuni siti, e quindi riportati tra virgolette, per avvalorare quanto anticipato, nel titolo: essi non argomentano quanto sostengono, ma lo supportano retoricamente, con alcuni luoghi retorici tipici, che gettano fumo negli occhi, senza dire nulla.

Procediamo a caso, con qualche esempio.
A un certo punto, si sentenzia che la libertà di scelta è comunque tutelata dal decreto – legge che istituisce l’obbligo del green pass:

“In ogni caso – sottolineano i giudici – il predetto diritto è riconosciuto dal legislatore il quale prevede in via alternativa la produzione di un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo al virus Sars-Cov 2”.

Si potrebbe dunque supporre che il diritto è tutelato, e riconosciuto: la legge non discrimina il non vaccinato, se munito di tampone con esito negativo.

Ma stranamente si aggiunge:
“…conseguentemente, ad una sommaria delibazione, non appare irrazionale che il costo del tampone venga a gravare sul docente che voglia beneficiare di tale alternativa …”.

E’ il trionfo della logica dell’assurdo: conseguentemente a che cosa? Al riconoscimento del diritto? Dunque, il costo del tampone grava sul docente in quanto esercita un diritto? Dunque, l’esercizio del diritto si paga? Dunque, il diritto non è un diritto, ma un esercizio di libertà malamente tollerato?

Da notare poi la litote “non è irrazionale” che fa il paio con l’inciso “ad una sommaria libazione”.

Siccome non si può dire (se non altro, per decenza) che è “razionale” gravare di un onere economico discriminatorio chi esercita una libera scelta consentita dalla legge (in questa fattispecie, quella di non vaccinarsi), si azzarda l’ipotesi che comunque non sia irrazionale, per un’impressione sommaria, simile a quella di chi sorseggia un po’ di vino, ma rimane nell’incertezza riguardo al sapore!

I giudici non affermano, dicono solo che “non appare irrazionale”, anche se si guardano dal sostenere che è razionale, anche perché hanno sorseggiato la norma molto sommariamente (“sommaria delibazione”), e hanno ancora le idee confuse.

In un altro passo si afferma che il diritto a non vaccinarsi “non ha valenza assoluta, né può essere inteso come intangibile, avuto presente che deve essere razionalmente correlato e contemperato con gli altri fondamentali, essenziali e poziori interessi pubblici quali quello attinente alla salute pubblica a circoscrivere l’estendersi della pandemia e a quello di assicurare il regolare svolgimento dell’essenziale servizio pubblico della scuola in presenza”.

Ma di fatto non esiste obbligo vaccinale, ma solo obbligo di “green pass”, che surrettiziamente introduce norme gravemente restrittive e discriminatorie, proprio perché manca una legge a questo riguardo.

Il diritto di non vaccinarsi diventa non più intangibile, quando una legge lo sospende per una emergenza dichiarata e approvata. Ma questa legge non esiste.

Pare che i decreti del Tar del Lazio valutino la valenza del green pass alla luce di un futuro obbligo legale di vaccinazione che allo stato attuale non esiste!

E’ all’opera nel testo citato una sorta di “petizione di principio”, che tratta come un dato, una fatto quel che non esiste: vale a dire una legge che obbliga con tutti gli annessi e connessi del superiore interesse pubblico eccetera.

Oltretutto, i decreti ignorano volutamente che il green pass scolastico non è efficace a garantire “il regolare svolgimento dell’essenziale servizio pubblico della scuola in presenza”, alla luce del fatto che milioni di alunni non vaccinati frequenteranno le aule scolastiche e altri luoghi pubblici – come i mezzi di trasporto -, e così via!

Che ci sia una volontà di assecondare l’attuale Esecutivo, con giochi di prestigio interpretativi, omissioni e altro, mi pare del tutto evidente!


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Carletto Romeo