Il piano di “pace” dell’Occidente per negoziare con la Russia.

di Domenico Sergio Ammendolea

1. È vietato negoziare con Putin.
2. La proposta di pace della Cina è cestinata.
3. La mediazione del Papa per una soluzione pacifica non è necessaria.
4. Putin è un criminale.
5. Bisogna riprendersi la Crimea.
6. L’Inghilterra invia proiettili all’uranio impoverito (dannosi per i civili) e missili di lunga gittata in grado di colpire la Russia profonda.
7. L’Occidente urla “Vinceremo”.

Ora, aldilà della considerazione che il ritenuto “piano di pace” evidentemente altro non è che una richiesta di resa incondizionata (id est: o fai tutto quello che ti dico o ti spazzo via), la politica non ha ancora spiegato all’opinione pubblica come si vince una guerra contro una superpotenza nucleare.

Le perplessità sono molte.
La politica ha preso in considerazione l’eventualità che la Russia non accetti le condizioni occidentali e non si arrenda?

Perché delle due una: o chi guida questa azione non è in grado di avere una rappresentazione anticipata delle reazioni più probabili dell’avversario, o è già pronto all’ipotesi di bombe atomiche sulle città europee.

Ma l’opinione pubblica europea lo è a sua volta?
E servirà eventualmente a qualcosa, una volta accaduto l’irreparabile, continuare a dire “è colpa della Russia”?

È ovvio che, nella misura in cui tale nefasta ipotesi sia stata già messa in conto (come pur sembra), l’Occidente sarebbe corresponsabile del suo verificarsi, non avendo tentato in alcun modo – e anzi avendo boicottato e demonizzato – la via della soluzione diplomatica.

Sono temi cruciali che però sono del tutto assenti dal dibattito politico – quasi fosse scontato che “vinceremo” – e, ancor peggio, dall’informazione.

Domenico Sergio Ammendolea

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