Titoli bancari in rialzo dopo acquisizione Credit Suisse

Dopo l'operazione su Credit Suisse da parte di UBS Group, oggi i titoli bancari sono risaliti.

Dopo l’operazione su Credit Suisse da parte di UBS Group, oggi i titoli bancari sono risaliti.

La forte preoccupazione per il settore bancario globale in seguito ai fallimenti di 2 banche americane e alle gravi difficoltà di un colosso come Credit Suisse in Europa, sembra sia stata per il momento superata e oggi si raccolgono i primi frutti.

Con un pacchetto progettato dalle autorità di regolamentazione svizzere, UBS Group pagherà 3 miliardi di franchi svizzeri (3,2 miliardi di dollari) per il Credit Suisse Group, che una volta valeva più di 90 miliardi di dollari.

Le azioni UBS sono aumentate del 2% stamattina, rimbalzando da un crollo del 16% innescato dalle preoccupazioni sui vantaggi a lungo termine dell’accordo e sulle prospettive per la Svizzera, un tempo considerata un esempio di solidità bancaria.

Le azioni delle banche europee sono salite in territorio positivo, mentre le azioni dei giganti finanziari statunitensi Citigroup e JPMorgan Chase sono aumentate rispettivamente del 2,7% e del 2,6%.

I responsabili politici, da Washington all’Europa, continuano ad affermare che l’attuale turbolenza è diversa dalla crisi finanziaria globale di 15 anni fa, poiché le banche sono meglio capitalizzate e i fondi più facilmente disponibili.

Un altro accordo oltreoceano ha rafforzato il momento critico delle banche statunitensi: un’unità della New York Community Bancorp acquisterà i depositi e prestiti della fallita Signature Bank.

Ed ecco oggi la conseguente risalita delle azioni di New York Community Bancorp: su del 36% all’apertura di Wall Street.

L’attenzione degli investitori in Europa si è spostata sul duro colpo che subiranno alcuni detentori di obbligazioni del Credit Suisse, spingendo le autorità di vigilanza bancaria della zona euro e del Regno Unito a cercare di fermare una disfatta nel mercato delle obbligazioni bancarie convertibili.

Per evitare che il nervosismo bancario si trasformi in una crisi più grande, le principali banche centrali hanno promesso, durante il fine settimana, di fornire liquidità in dollari per stabilizzare il sistema finanziario.

In una risposta globale che non si vedeva dall’apice della pandemia, la Federal Reserve statunitense ha affermato di essersi unita alle banche centrali di Canada, Gran Bretagna, Giappone, zona euro e Svizzera, in un’azione coordinata per aumentare la liquidità del mercato.

Gli incessanti aumenti dei tassi della Fed, per reprimere l’inflazione, sono stati visti come un innesco per il crollo delle banche di medie dimensioni statunitensi, Silicon Valley Bank e Signature Bank il mese scorso, e gli operatori hanno ora aumentato le loro scommesse che la banca centrale metterà in pausa il suo ciclo di rialzi, per cercare di garantire la stabilità finanziaria.

Ci sono ancora preoccupazioni, nonostante diverse grandi banche abbiano depositato 30 miliardi di dollari nella First Republic Bank, l’istituto di credito che attualmente suscita la maggiore preoccupazione da parte degli investitori statunitensi.

Domenica S&P Global ha declassato i rating creditizi di First Republic, affermando che l’infusione di depositi potrebbe non risolvere i suoi problemi di liquidità. Le sue azioni sono scese del 16% nelle prime negoziazioni statunitensi di oggi.

Il nuovo “matrimonio” bancario svizzero è sostenuto da una massiccia garanzia del governo, che aiuta a prevenire quello che sarebbe stato uno dei più grandi fallimenti bancari dalla caduta di Lehman Brothers nel 2008.

Tuttavia, la decisione di azzerare le obbligazioni aggiuntive di livello 1 del Credit Suisse, dal valore nominale di 17 miliardi di dollari, ha fatto arrabbiare i relativi possessori, che ovviamente pensavano di essere protetti meglio degli azionisti.

L’accordo, che potrebbe ammontare a 280 miliardi di dollari, renderà UBS Svizzera l’unica banca globale ma, soprattutto, renderà l’economia svizzera più dipendente da un unico finanziatore, con potenziali maggiori rischi per il paese.

Vedremo nei prossimi giorni come si evolverà la situazione, intanto però è innegabile come ciò che è accaduto sia assolutamente un fatto nuovo e mai riscontrato prima, che mette davvero a rischio la credibilità della Svizzera e del suo “famoso”, accezione positiva, sistema bancario!


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Carletto Romeo
Presentatore radiofonico e televisivo, attore tv, cinema, teatro. Blogger e webmaster "autodidatta". Scrittore... da sempre! Ma non l'ha mai detto "pubblicamente" a nessuno! E... Mi raccomando! Anche tu che stai leggendo, non lo fare!

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