Tutti gli Oscar 2022

Resoconto della 94a edizione della Notte degli Oscar al Dolby Theatre di Los Angeles.

Tutti gli Oscar 2022


Tutti i vincitori della 94a edizione degli Oscar

Miglior film: “I segni del cuore (CODA)”

Miglior regia: Jane Campion per “Il potere del cane”

Miglior attore protagonista: Will Smith per “Una famiglia vincente – King Richard”

Miglior attrice protagonista: Jessica Chastain per “Gli occhi di Tammy Faye”

Miglior attore non protagonista: Troy Kotsur per “I segni del cuore (CODA)”

Miglior attrice non protagonista: Ariana DeBose per “West Side Story”

Miglior colonna sonora: “Dune”

Migliori costumi: “Crudelia”

Miglior sceneggiatura originale: “Belfast”

Miglior sceneggiatura non originale: “I segni del cuore (CODA)”

Miglior sonoro: “Dune”

Miglior canzone originale: “No Time to Die” di Billie Eilish & Finneas O’Connell

Miglior film internazionale: “Drive my car”

Migliori effetti visivi: “Dune”

Miglior fotografia: “Dune”

Miglior montaggio: “Dune”

Miglior scenografia: “Dune”

Migliori trucco e acconciature: “Gli occhi di Tammy Faye”

Miglior documentario: “Summer of Soul”

Miglior film d’animazione: “Encanto”

Miglior cortometraggio documentario: “The Queen of Basketball”

Miglior cortometraggio: “The Long Goodbye”

Miglior cortometraggio animato: “The Windshield Wiper”

Finalmente gli Oscar tornano a casa, in quel Dolby Theatre di Los Angeles dove sono stati protagonisti nel passato, con una conduzione brillante tutta al femminile e con il fattaccio che davvero ha scombussolato tutti, da autori a spettatori.

Il dubbio che fosse una gag credo sia assolutamente stato fugato dagli stessi protagonisti:
Chris Rock reo di una battuta sulla testa rasata di Jada Pinkett Smith, e il di lei marito Will Smith, che lo punisce con uno schiaffo così ben assestato che nemmeno in un film… da Oscar, appunto!

A sorpresa vince il titolo più ambito come Miglior Film “I segni del cuore (CODA)”, mentre tutti si attendevano una vittoria a mani basse de “Il potere del cane” di Jane Campion.

“I segni del cuore (CODA)” è il remake di un film francese del 2014, “La famiglia Bélier”, oggetto per questo di critiche abbastanza condivisibili come concetto!

Ma se al film, aggiungi la vittoria come miglior attore non protagonista di Troy Kotsur, primo attore sordomuto della storia, e il pathos relativo a tutti coloro che sono affetti da una qualsiasi forma di disabilità, ecco che il quadretto è assolutamente da “brividi”.

Vedere tutto il teatro applaudire seguendo il linguaggio dei segni, è una delle scene più potenti e toccanti mai registrate in questo mondo.

Con le sue 12 nomination della vigilia, “Il potere del cane” si deve accontentare dell’Oscar alla miglior regia per Jane Campion, il secondo dopo il 1994. Una tendenza femminile alla regia confermata con il premio a Sian Heder, regista di “CODA”, per la migliore sceneggiatura non originale.

Tra gli attori Will Smith vince il suo primo Oscar in carriera per “Una famiglia vincente – King Richard” e, come detto, con annessi e connessi stile Muhammad Ali, e discorso lacrimoso finale.

Jessica Chastain vince l’Oscar come miglior attrice protagonista per “Gli occhi di Tammy Faye”, dopo 3 nominations andate a vuoto.

Avrei sperato in qualcosa in più per il poetico “Belfast” di Kenneth Branagh, come per Sorrentino un film molto intimo e “personale”. Il regista irlandese vince “solo” la statuetta per la miglior sceneggiatura originale, il suo primo Oscar in carriera.

Ancora peggio è andata a Steven Spielberg che col suo “West Side Story” non vince nulla, se si esclude la statuetta come miglior attrice non protagonista per Ariana De Bose. Quest’ultima non perde l’occasione per “certificare” il suo successo nonostante il colore della pelle e le tendenze sessuali.

Billie Eilish e il fratello Finneas vincono portando in scena “No time to die”, Oscar come migliore canzone originale.

Delusione amara per chi come me ama, ha amato e continuerà ad amare “È stata la mano di Dio”, a mio modesto avviso il miglior film di Paolo Sorrentino in assoluto! A vincere il premio come miglior film internazionale, è stato invece il giapponese “Drive my car”.

Altra cocente delusione, anche per me, è per Paul Thomas Anderson e il “suo” “Licorice Pizza”, film capolavoro come pochi, che inspiegabilmente torna a casa a mani vuote.

Una miriade di premi iper-tecnici sono andati, come da pronostico, a “Dune”, il film evento di Denis Villeneuve… lo hai capito anche tu che al sottoscritto non è “troppo piaciuto”?

Standing ovation per tre nomi pseudo-italiani: Francis Ford Coppola, Robert De Niro e Al Pacino e… i 50 anni de “Il padrino”.

Assolutamente promosse le tre conduttrici comiche: Wanda Sykes, Regina Hall ma soprattutto Amy Schumer, un vulcano in piena, una forza della natura che vorrei sempre più spesso al cinema e in tv.

Assolutamente bocciata l’idea di eliminare 8 categorie dalla premiazione, solo per guadagnare tempo… boh! Anche questo lo trovo inspiegabile, magari gli americani dell’Academy hanno dimenticato come il CINEMA abbia bisogno di tutte le sue componenti, maestranze incluse, per essere la SETTIMA ARTE che noi tutti amiamo!

Stesso discorso vale per le statuette alla carriera che in questa edizione sono state consegnate in “separata sede”…

Come si fa a negare il palco a gente come Samuel L. Jackson, che ha ricevuto il premio dalle mani dell’amico Denzel Washington nel salotto di casa!

Del resto, e concludo, anche questa tecnica del “ringraziamento” postumo non mi piace mica!

Un ATTORE come Samuel L. Jackson riceve un premio “riparatore” alla carriera SOLO ORA!

Dove erano i membri dell’Academy nei suoi 46 anni di attività?

Avranno visto almeno uno tra i suoi 152 film, tra cui CAPOLAVORI ASSOLUTI?

Al prossimo anno!


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Carletto Romeo
Presentatore radiofonico e televisivo, attore tv, cinema, teatro. Blogger e webmaster "autodidatta". Scrittore... da sempre! Ma non l'ha mai detto "pubblicamente" a nessuno! E... Mi raccomando! Anche tu che stai leggendo, non lo fare!

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