Draghi (il lupo) e Landini (la pecora)

Draghi (il lupo) e Landini (la pecora): parabola allegorica del prof. Gaetano Riggio sul lupo istituzionale e una pecora attaccata nell'ovile

Draghi (il lupo) e Landini (la pecora)

Il lupo va dalla pecora, che una sparuta accozzaglia di bestie che bazzica le lande più squallide ha attaccato nel suo ovile, e la rassicura dicendo: “non preoccuparti, perché con quelle bestiacce me la vedo io!”.

Allora la pecora, disorientata ma anche lusingata da tanto zelo, dimentica di avere a che fare con il suo nemico naturale, e che il lupo è assai più insidioso di un’accozzaglia randagia, che ringhia e sbava, magari per conto terzi.

La pecora si mette pure a fare le moine, davanti alle telecamere della televisione pubblica: crede e fa credere nella protezione del lupo, e nell’esistenza di un serio pericolo “là fuori!” per l’incolumità del gregge proveniente dai latrati del deserto.

D’altra parte, solo un paranoico potrebbe credere che viga ancora la lotta di classe, o la legge naturale della forza! Siamo a un passo dal regno promesso, di cui profetizza Isaia:

“il lupo dimorerà insieme con l’agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà. La vacca e l’orsa pascoleranno insieme; si sdraieranno insieme i loro piccoli. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca dell’aspide; il bambino metterà la mano nel covo di serpenti velenosi” (Is 11,6-8).

“Il leone si ciberà di paglia”! I leoni della finanza, una schiatta che Draghi ha frequentato assiduamente, tutti ammogliati con la lupa (direbbe Dante), sono davvero così frugali (con le pecore)?

La condanna della violenza, che è oramai un atto politicamente corretto imprescindibile, che sarebbe inaudito violare, si basa tutto su un assunto “profetico” non dimostrato.

Per meglio dire, nei media “main straim” noi non vediamo mai il lupo che fa il lupo, il leone che fa il leone, la pantera che fa la pantera. Ci fanno vedere invece “il lupo che dimora con l’agnello, la pantera accanto al capretto, il leone al guinzaglio del fanciullo”, in una sequenza di tipo pubblicitario che distorce la realtà.

La conseguenza paradossale è che quando la pecora scalpita, la colpa è sua, perché ha infranto la “Nuovissima alleanza”, che ha inaugurato la pace universale!

Dunque, “il lupo dimorerà insieme con l’agnello”, e il lupo provvederà a scacciare i demoni del passato, ovvero i nostalgici del fascismo, e anche i suoi eredi, ovvero i Fratelli d’Italia, a patto che l’agnello rispetti la “Nuovissima Alleanza”, che ha posto fine alla lotta di classe, e inaugurato l’era della collaborazione pacifica e della concordia.

Le pecore non verranno più sgozzate, ma soltanto “tosate” per non soffrire troppo il caldo, e in tempi di penuria otterranno biada quanto basta per tenere lontano il vizio della pigrizia.

Insomma, chi è il violento, oggi? Allegoricamente, è la pecora che non dà ascolto al capo-gregge Landini, è il capretto inselvatichito nuovamente che rigetta la compagnia della pantera, la vacca che diffida dell’orsa, il fanciullo che ritrae la mano dal covo dei serpenti!

Sono costoro a turbare la pace universale, a fare regredire i rapporti sociali dall’attuale concordia inclusiva alla vecchia legge della violenza e della sopraffazione!


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Carletto Romeo