Eurovision Song Contest Torino 2022

Resoconto dettagliato della serata con la vittoria dell'Ucraina, con “Stefania” della Kalush Orchestra.

Eurovision Song Contest Torino 2022

di Daniela Rullo

Quando vinsero i Maneskin l’Eurovision 2021, quella sera stessa si poté pensare, addirittura passare già all’opera, ad organizzare Eurovision 2022 in Italia. E quest’anno, proprio l’Italia ha visto sul palco la vittoria dell’Ucraina, con “Stefania”, un pezzo della Kalush Orchestra, scritto inizialmente per la madre dell’autore ma poi diventato il brano simbolo di tutto il popolo ucraino.

Erano i favoriti, sin da subito. Probabilmente, anche se con un bel testo, molto coinvolgente, non era il miglior pezzo ma gli europei hanno dato un grande sostegno affinché vincesse. La volontà della maggior parte delle persone è stata quella di sostenere chi in questo momento vive nel proprio paese una situazione drammatica, con una guerra in atto. Non poteva essere totalmente un contesto canoro apolitico.

Impossibile. I messaggi sono stati diversi, a favore della pace, di sostegno all’Ucraina: dalle bandiere giallo/blu sventolate da tante altre nazioni, alla bellissima performance finale di Mika, con bandierine bianche e cuori rossi sventolati per un augurio di pace, di bellezza, di fratellanza.

Che dire? Il palco era spettacolare, luci ed effetti grandiosi. Le canzoni in gara erano molto belle, un paio notevoli, anche fuori dal podio, come la canzone dell’Olanda, del Belgio, del Portogallo, della Polonia, della Grecia, con performance di alto livello, vedi la Serbia, o di tendenza, la Norvegia, e altre canzoni con ballate folk, come quella della Moldavia.

Il secondo posto del Regno Unito meritava, in altro contesto, il primo posto, con il brano “Space Man”, di Sam Ryder, bello e bravissimo, e un terzo posto, della Svezia, meritatissimo, con il brano di Cornelia Jakobs “Hold me closer”. I tre presentatori sono stati davvero molto bravi ma non potevamo avere dubbi in proposito: il trio era d’eccezione, la nostra Laura (Pausini) nazionale; Mika, onore a lui; Alessandro Cattelan, anche lui molto professionale e competente.

L’Italia, con i nostri Blanco & Mahmood, chiudono con un sesto posto che sarebbe potuto essere anche più alto… ma difficilmente avremmo potuto avere un’altra vittoria. Ciò non sarebbe accaduto comunque quest’anno, visto il trionfo dell’Ucraina, in più, i “nostri” non si sono esibiti con una bravura da podio. La versione di Brividi rivista e corretta, rispetto a quella sanremese, non aveva lo stesso pathos, né i cantanti la medesima tonalità travolgente.

Il terzo posto della Spagna non lo ritengo del tutto meritato invece, anche se la performance di Chanel (“controfigura” della Lopez, il brano era stato scritto inizialmente per J.Lo che lo ha però rifiutato) si è fatta notare, soprattutto per i costumi, i balletti e una certa fisicità (un lato “B” onestamente invidiabile).

I Maneskin, super ospiti del Palaolimpico di Torino, si sono presentati sempre molto carichi ma un po’ al di sotto delle loro possibilità a causa dell’infortunio di Damiano, visibilmente infortunato, dolorante e zoppicante. La loro nuova canzone “Supermodel” è stato il singolo presentato, seguito da un breve accenno di una cover di Elvis Presley, “If I Can Dream”, realizzata per la colonna sonora del biopic “Elvis”, sulla vita del più grande simbolo del rock’n’roll, diretto da Baz Luhrmann.

Dallo spazio anche la nostra Cristoforetti ha inviato i suoi saluti… chissà se lei, una vera SPACE WOMAN, non abbia dato la sua preferenza ad un brano che sentiremo moltissimo in radio, appunto SPACE MAN di SAM RYDER, che vi consiglio vivamente.

Per concludere, ritornando al nostro punto di partenza: dato il momento storico attuale, molto difficile e dall’esito così incerto, è improbabile che l’Ucraina possa ospitare l’Eurovision Song Contest 2023, addirittura a Mariupol (come si augura il presidente Zelensky), ricostruita e liberata, anche se questo significherebbe il sogno di una pace che si avvera e che ritorna; si parla già di una seconda edizione in Italia per il prossimo anno, ci auguriamo con i medesimi presentatori e la stessa fantastica location, di tutto rispetto, ossia la splendida Torino.

Anche se si tratta di un contesto europeo era presente anche l’Australia ed è per questo che mi piacerebbe vedere presto anche la Russia, presente, a cantare insieme a tutti gli altri, sotto l’unica bandiera comune che come Mika ci ha suggerito non può che essere un cuore rosso che batte con lo sfondo di una bianca luce di pace.

Madre, cantami la ninna nanna, voglio sentire la tua cara parola (…), Troverò sempre la strada di casa, anche se tutte le strade sono distrutte (…), Non sono più un bambino ma (lei) continua a preoccuparsi per me (…), il mio amore per te non ha fine (…), Madre, cantami la ninna nanna, Voglio sentire la tua cara parola.” (Un estratto del testo della canzone vincitrice).

Ciascun figlio ha una madre, ciascun soldato di qualsiasi nazione. Oggi la cantano i figli dell’Ucraina e la madre di tutti loro si chiama Stefania… ma anche i giovani soldati russi hanno una madre e strade di casa a cui si spera facciano presto, ciascuno di essi, ritorno perché…

Quando la guerra la fanno i ricchi, sono i poveri a morire…” (J. P. Sartre).

W la musica, W la bellezza!

Daniela Rullo


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