Non avrete il mio odio

“Venerdì sera avete rubato la vita di un essere eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio ma non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio saperlo, siete delle anime morte. Se questo Dio per il quale uccidete ciecamente ci ha fatto a sua immagine, ogni proiettile nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore.

Allora no non vi farò questo regalo di odiarvi. L’ avete ben cercato tuttavia ma rispondere all’odio della rabbia sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Volete che abbia paura, che guardi i miei concittadini con un occhio diffidente, che sacrifichi la mia libertà per la sicurezza. Perso. Stesso giocatore gioca ancora.

L’ho vista stamattina. Infine, dopo notti e giorni d’attesa. Era così bella come quando è uscita questo venerdì sera, così bella come quando me ne sono innamorato perdutamente più di 12 anni fa. Naturalmente io sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà di breve durata. So che lei ci accompagnerà ogni giorno e che ci ritroveremo in questo paradiso delle anime libere a cui non avrete mai accesso.

Siamo due, io e mio figlio, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo. Non ho peraltro più tempo da dedicarvi, devo raggiungere Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha 17 mesi appena, deve mangiare come tutti i giorni, poi andiamo a giocare come tutti i giorni e tutta la sua vita questo piccolo ragazzo vi farà l’affronto di essere felice e libero. Perché no, non avrete neanche il suo odio.”

Antoine Leiris

Antoine Leiris il 17 novembre 2015 (all’indomani degli attentati di Parigi e della morte della moglie al Bataclan) scrive su Facebook queste parole. Rimasto vedovo con un bimbo di diciassette mesi da accudire, Leiris usa parole molto misurate e non politiche, parole sobrie che travalicano l’evento in sé e che raccontano un lutto atroce, improvviso, il senso di perdita, il legame vitale con il figlio e i suoi timori per lui, lo smarrimento, il nuovo modo di dover guardare al mondo.

È l’istantanea di un dolore, in questo sta la sua forza, quella di un uomo disarmato contro l’orrore (da qualsiasi parte provenga) eppure capace di ragionare e di esprimerlo.

Da queste parole e relativo “diario” di quei giorni verrà pubblicato un libro edito da Corbaccio.

Un esempio di condotta arrivato da un DIRETTO protagonista di un ATTO ATROCE…

Quello che sinceramente non capisco è invece il grande senso di ODIO e di VENDETTA e di chissà quale altra ripercussione animalesca che arriva oggi all’indomani della morte di Willy o di tanti altri INNOCENTI.

Potresti capire se provenisse da un diretto interessato…

Ma se arriva da gente come influencer, pensatori vip e doc e… politici a destra e sinistra…

tutti lontano “anni luce” dal dolore e dalla perdita di una persona cara… allora?

SILENZIO…

Da taluni personaggi è l’unica cosa che accetto…

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Carletto Romeo
Presentatore radiofonico e televisivo, attore tv, cinema, teatro. Blogger e webmaster "autodidatta". Scrittore... da sempre! Ma non l'ha mai detto "pubblicamente" a nessuno! E... Mi raccomando! Anche tu che stai leggendo, non lo fare!

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