Il caso in una novella Pirandelliana

In una novella di Pirandello, “La mosca”, il protagonista, Neli Tortorici, un bracciante che ama la vita riamato, felicemente prossimo alle nozze, muore banalmente per la puntura di una mosca, portatrice di un’infezione letale, che si posa sul suo volto, proprio sulla scalfittura che gli aveva provocato il barbiere il giorno prima!

Il caso si manifesta qui come l’evento eccezionale che turba il corso “normale” della vita umana, inserito in un ordine ciclico che obbedisce a finalità prescritte dalla natura, e in parte programmate culturalmente a somiglianza della prima.

Non è quindi un evento imprevedibile per principio (come nei moti delle particelle studiate dalla fisica quantistica), ma pur essendo spiegabile, pur avendo una causa, non sottostà a una regola che lo renda prevedibile: è casuale, appunto.

Quando accade, inoltre, turba, sconvolge e sbaraglia un ordine vitale intrinsecamente strutturato, provocandone perfino la morte. Il caso è quindi ciò che accadendo in modo singolare turba ed altera un certo ordine esistente destrutturandolo o distruggendolo. Se l’ordine è razionalità, il caso è l’irrazionalità che misteriosamente opera nella natura e nella storia.

Potrebbe sembrare banale il discorso, ma basta immaginare una frequenza assai elevata di eventi casuali – casuali nel senso specificato sopra -, per rendersi conto di come la vita in generale potrebbe diventare impossibile. Solo un ambiente naturale e sociale che ha domato il disordine rende possibile la vita, la quale vuole l’ordine, la regolarità, il finalismo.

Ma il caso non è del tutto eliminabile, in quanto è un residuo che torna continuamente a riformarsi, in quanto non tutto è riducibile a regola. Il villaggio in cui viveva Neli era ordinato in modo tale da tenere a bada l’alea, la contingenza dell’evento imprevedibile contro cui la vita può urtare, ma non completamente.

Egli s’imbatte dunque nella mosca letale: in un evento non iscritto nella struttura, che non ha alcuna finalità, e non risponde ad alcuna logica o razionalità. La banalità assurda di questo tipo di morte è la spia più chiara della vera natura del caso: quella di essere un evento cieco, aleatorio, pura espressione del caos disorganizzato, che può turbare o distruggere l’ordine della vita.

La morte per caso è inaccettabile, perché non è il risultato di una necessità, di un destino, di una volontà divina, ma soltanto della mera combinatoria logica di eventi caotici che non hanno anima, che privano la morte di qualsiasi significato possibile!

Il caso è quindi una manifestazione del caos da cui la vita emerge, il quale però resta sempre sullo sfondo. Ma il caso non è solo avverso alla vita, in quanto con altrettanta frequenza si palesa come chance e nuova opportunità.


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Carletto Romeo