“U iovi i lardaloru

cu non avi carni

s’impigna u figghiolu”

“ il Giovedi grasso di Carnevale chi non possiede la carne porta in pegno il figlio per averla”

Proverbio calabrese in tema col periodo di Carnevale.

Il termine Carnevale ci arriva dal latino “carnem levare” ovvero il “levare” della “carne”, eliminare la carne. Si riferisce ad una tradizione popolare antica, un momento di festa che anticipa la Quaresima, periodo invece scelto dalla Chiesa Cattolica per la “penitenza”, la quale si traduce in totale astinenza dai divertimenti e dal consumo di cibi e leccornie succulente.

Giovedì grasso è appunto il giorno in cui inizia il Carnevale e via ai festeggiamenti più sfrenati, bagordi culinari inclusi, anche per chi in genere non potrebbe permetterseli!

Proprio per questo la tradizione popolare sottolinea come chi, “lui tapino”, non dovesse disporre di carne, il cibo ricco per eccellenza, sia costretto a sacrifici fuori dal comune, anche arrivare all’estremo gesto di “impegnare” il proprio figliolo, addirittura!

Oggi la tradizione è molto meno sentita, il digiuno della Quaresima è molto meno praticato, Giovedì e poi Martedì, entrambi GRASSI, anzi grassissimi, sono rimasti al loro posto, e infine il Mercoledì delle Ceneri arriva a metter un freno a tutto, ancora!

Non so bene se tale freno arrivi dal punto di vista religioso, ovvero come fioretto o dedizione o effettiva “penitenza”!

Sicuramente lo stop arriva dal punto di vista della linea, quello del dietologo!

Il proverbio di don Ciccio è una delle tantissime versioni calabresi ma, inutile precisarlo, ve ne sono in quantità in tutte le altre regioni, coi cugini siciliani in prima fila.

Felice Carnevale a tutti!

La saggezza dei nostri Avi non sbaglia un colpo!

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